Canzoni che siano piene della luce di Cristo,
che possano fare da guida nella via della vita,
contribuendo a costruire un uomo nuovo
in un mondo nuovo.



mercoledì 27 aprile 2016

Occhi di Re (mi hai amato così!)




Mi chiamo Roberto, Roberto Lucioli… ho 45 anni, sono nato a Roma negli anni ’70, a san Giovanni, ma sono cresciuto in periferia, al Collatino e a Centocelle, dove non era un ambiente proprio facilissimo… 




Il mio nome ha origini nordiche, provenzali e germaniche, in realtà non mi è mai piaciuto molto, finché ho scoperto che significa “splendente di gloria”, bellissimo! Perché racchiude in sé già una chiamata a riflettere “come in uno specchio la gloria del Signore” (2Cor 3,18): "E Dio, che disse: «Rifulga la luce dalle tenebre», rifulse nei nostri cuori, per far risplendere la conoscenza della gloria di Dio sul volto di Cristo. Noi però abbiamo questo tesoro in vasi di creta, affinché appaia che questa straordinaria potenza appartiene a Dio, e non viene da noi..." (2Cor 4,6-7) … 

E’ per questo che faccio certe strane cose... Devo in qualche modo far risplendere la gloria di Dio! Anche se sono debole, fragile, pieno di paure e peccati, ma per essere veramente Roberto DEVO fare questo, far risplendere in me la sua gloria! Poi, facendo delle ricerche, ho scoperto che anche il mio cognome, che odiavo perché nessuno mai lo capisce, ha a che fare con la luce, è il plurale di “piccolo Lucio”, nome che significa anch’esso “luminoso, splendente, nato nella luce” … Quindi il mio nome potrebbe essere parafrasato così: “piccole luci splendenti di gloria”.

Ecco, penso che nella mia vita Cristo, tramite la Chiesa, ha acceso delle piccole grandi luci che sento di dover far risplendere, donare, comunicare, perché anche altri fratelli possano esserne illuminati e scaldati. In realtà non è per niente facile farlo, perché corrispondere alla luce della propria chiamata è un qualcosa che insieme attrae ma anche terrorizza, ci si sente inadeguati, si affronta il troppo bello, il meraviglioso, ciò che sembrerebbe impossibile, e quindi apparentemente ci sono mille motivi per non farlo… E se non funziona? E se fallisci? Tu non sei niente! Non sei niente, ti dice una vocina, ma ‘ndo vai, falla finita per piacere va, ma non lo vedi che sei ridicolo? Lassa perde’... Ti devi fidare, devi rischiare, ti devi buttare sperando che lo Spirito creatore operi, si inventi qualcosa e che il Signore passi, sennò pazienza, chevvedevodì, avrò fatto una figuraccia in più, ma almeno ci ho provato a seguire davvero Cristo!



La prima volta che lo incontrai davvero era il 1988 e avevo 17 anni. Da un po’ di tempo ero finito in una specie di vicolo cieco. Ero disorientato e depresso, perché la vita mi sembrava un'assurdità senza senso e non potevo capire né accettare la crisi dei miei genitori, della società che mi circondava e quella mia personale. 

Noi viviamo per tanti aspetti in una cultura della crisi, e questo non può non avere conseguenze in certi nostri modi di vivere, pensare e agire. Voglio dire, se ti capita nell’adolescenza, che già è di per sé un’età non proprio agevole, di leggere Kafka, Leopardi e Schopenhauer, o di vedere Apocalypse now e Platoon, o di ascoltare musica dei Police, dei Pink Floyd, non è che puoi stare molto allegro e spensierato… E infatti ero diventato come una specie di Zombie, un “dead man walking”: mi sentivo come morto dentro e mi lasciavo vivere andando alla deriva, ero una specie di comparsa nella mia vita. Cercavo di sopravvivere, soffrendo il meno possibile e divertendomi e sballandomi come potevo… 

Sono sempre stato terribilmente insicuro e pieno di complessi, alla continua ricerca di punti di appoggio fermi e affidabili. Questo era dovuto tra l'altro all'assenza di mio padre, che lavorava a Napoli e aveva un carattere molto chiuso, al rifiuto e al bullismo che avevo subìto alle scuole elementari, e al rapporto con mio fratello maggiore, il primogenito…
Allo stesso tempo, come tutti i giovani, avevo una grande sete ideale di verità, di giustizia e di autenticità, che venivano continuamente frustrate dalla vita reale, per cui finivo spesso col rinchiudermi in un mondo di sogni, con le cuffie alle orecchie o perduto dentro a un film. 
Sentivo a volte che ero fatto per qualcosa di grande e di importante,  che non poteva consistere in quella vita che facevo, così miserabile, vuota e superficiale, ma non vedevo proprio come ciò potesse accadere. 

Ho capito più tardi che la mia ansia di Assoluto, il desiderio profondo di Dio da sempre inscritto nel mio cuore, era stato in realtà soffocato dalla cultura di fondo che mi circondava, in famiglia come tra i ragazzi del mio quartiere e nei mass media, dove le sole ‘divinità’ cui ci si prostrava erano 'a maggica Roma, i soldi, il successo, ‘a bella vita, le star dello spettacolo o dello sport, il sesso e le belle donne. Tutto questo in fondo non mi bastava, e oltretutto non vedevo alcuna possibilità di far parte della festa, non ero nessuno, e allora a che serviva la mia vita, che senso aveva? Perché non potevo essere come Sting o andare a letto con Kim Basinger, o giocare come Conti, Nela e Farcao?



Tutto l’universo mi sembrava in preda al Caso, ad un Caos indefinito o comunque a un Destino misterioso e beffardo, spesso crudele, per cui vivevo con una specie di pessimismo cosmico, presente nella mia famiglia come in certa sottocultura borgatara romana, una credenza superstiziosa secondo cui la Iella si divertirebbe a perseguitare le sue vittime prescelte: “e te pareva?”; "poteva anna' peggio...", e tutto questo alla fine sfociava nell’Assurdo, nel nonsense alla Woody Allen o alla Monty Python. Il mondo pareva regolato dalla celebre Legge di Murphy, secondo la quale tutto ciò che può andare male, lo farà.

Ma soprattutto, mi portavo dietro, come dicevo, le conseguenze di ferite che nessuno aveva mai medicato e che neppure io vedevo né capivo bene, come il rifiuto che avevo subìto dapprima dai nuovi compagni della scuola elementare e poi qualche anno dopo da mio fratello maggiore con la cerchia dei nostri comuni amici sotto casa, il senso di abbandono e di incomprensione da parte dei miei genitori e la vergogna e l'oscuro senso di colpa per la schiavitù compulsiva della masturbazione e della pornografia.

Perciò mi disprezzavo terribilmente, ero un complessato, mi sentivo spesso incapace e inferiore agli altri ed ero molto chiuso in me stesso: non vedevo la mia bellezza come opera di Dio, il fatto che sono prezioso ai suoi occhi, la possibilità di fare qualcosa di buono nella mia vita; vivevo con il terrore profondo di essere o diventare un “soggetto”, cioè un imbranato disadattato alla Fantozzi...

Inoltre non riuscivo più a studiare e stavo andando incontro a una bocciatura, per non parlare del fatto che non avevo ancora una ragazza alla veneranda età di 17 anni, che non ero capace di relazionarmi con il sesso femminile e non dico che ero vergine, ma non ne avevo neppure mai baciata una!!!
In poche parole, mi sentivo terribilmente solo in questo mondo e non vedevo alcun futuro davanti a me! 

Così un brutto giorno decisi di mollare tutto e tentai il suicidio, come si dice.
Non sapevo quel che facevo. Avrei voluto scomparire, semplicemente non esserci più, eclissarmi nel nulla, dormire per sempre. Presi svariati tranquillanti e medicine che trovai nell'armadietto di casa e mi sdraiai sul letto con il mio idolatrato Sting nelle orecchie, aspettando l'ora fatale in cui tutto sarebbe finito per sempre. Ma ciò non successe.
Sentii solo una specie di bagliore interno, una sorta di ebbrezza, poi più nulla!
Non riuscivo neppure a suicidarmi, pensai, era un altro fallimento...
Mi fruttò solo una brutta intossicazione, per cui per un mese andai in bagno ogni cinque minuti. Non ne feci parola con nessuno e andai avanti come potevo.

Ma qui avvenne qualcosa che non mi sarei mai aspettato. Poco tempo dopo, infatti, un mio compagno di scuola, senza sapere nulla di quanto appena detto, mi ha invitato alle catechesi iniziali del Cammino Neocatecumenale, nella parrocchia dell’Ascensione a Quarticciolo.  Il Cammino è un dono dello Spirito Santo, frutto del Concilio Vaticano II, per rinnovare la Chiesa, per aiutarla ad andare incontro all’uomo del nostro tempo. Si tratta di un itinerario di formazione cristiana e di educazione alla fede nato tra le baracche dei poveri di Madrid, che offre anche alle persone lontane dalla Chiesa la possibilità di diventare uomini nuovi, figli di Dio capaci di vivere in comunione con Cristo e con la comunità dei credenti.


l'Ascensione a Quarticciolo
Ricordo che stranamente ho accettato senza neanche discutere o pensarci tanto, perché non avevo proprio più niente da perdere, ma non è che mi aspettassi nulla… Invece mi colpirono subito la schiettezza e insieme la sapienza straordinaria di quei quattro poveracci mezzi borgatari come me, che avevano il potere di parlare al mio cuore, di far luce sul perché delle mie ferite, senza giudicarmi o chiedermi qualcosa in cambio, e di farmi capire profondamente certi aspetti della mia storia e anche della Storia in generale, col mio stesso linguaggio di tutti i giorni, col dialetto della strada… Come dissero i discepoli di Emmaus, mi ardeva il cuore nel petto mentre parlavano: è la stoltezza della predicazione che mi ha salvato la vita! Dio aveva ascoltato il mio grido d’aiuto e mi aveva mandato questi angeli per liberarmi dalle catene che mi opprimevano da tanto tempo!

Il mio Padre celeste e santo era sceso a dirmi che mi amava così com’ero, che per Lui ero prezioso, con tutto il mio carico di debolezze, peccati, fallimenti e sensi di colpa. Per la prima volta nella mia vita, forse, mi sentii davvero amato! E questo Padre mi prometteva una vita nuova, un cammino di conversione e di liberazione che mi avrebbe portato alla Terra promessa, alla beatitudine evangelica. Inoltre, il fatto che Cristo stesso fosse “disprezzato e rifiuto degli uomini” mi ha toccato profondamente il cuore ed è stato come un balsamo, una medicina per le profonde ferite del mio orgoglio e della mia affettività: era come se i rifiuti, gli abbandoni e i fallimenti che avevo vissuto mi avessero in qualche modo preparato, avvicinato e unito profondamente al Figlio di Dio, mi avessero arato e seminato perché potessi vivere quell’incontro con Lui.

Kiko Arguello, fondatore del Cammino

Il mistero pasquale era una risposta meravigliosa e al tempo stresso molto concreta alla mia domanda di senso, mentre l’annuncio del fatto che era possibile passare attraverso la via della sofferenza e dell’umiliazione, e che anzi proprio tutto quello che avevo sempre cercato di fuggire era la via della salvezza che Cristo stesso aveva percorso per giungere alla sua gloria, mi diedero una forza e una speranza nuove e la chiave per ricominciare a vivere la mia vita. Ma anche il semplice fatto di far parte di una comunità di fratelli, cioè la possibilità di relazionarmi con gli altri, di aprirmi in qualche modo e di uscire finalmente da me stesso, di vedere che anche gli altri vivevano grandi sofferenze e problemi, di potermi pian piano sempre più esporre senza sentirmi giudicato, in quella situazione mi ha salvato e mi ha permesso di rinascere a vita nuova.

Dopo un anno circa ho ripreso a studiare e a frequentare il Liceo, ho imparato a suonare la chitarra, scrivere canzoni e guidare la macchina, ho conosciuto una ragazza molto più grande di me e ci siamo innamorati, e ho incominciato a viaggiare molto e a sentirmi più sicuro, libero e indipendente. Beh, per com’ero timido, insicuro e chiuso in me stesso, voi capirete senz’altro quale grosso miracolo sia il fatto che io sia qui a parlare e cantare davanti a tutti voi… Dio è grande!!!


Per cercare di ricordarmi sempre e celebrare il fatto che Lui mi ha amato così come sono, quando ero poco più che un rifiuto, un’immondizia, quando mi facevo schifo da solo, ho scritto questa canzoncina che vorrebbe essere allegra e divertente, ballabile… 
Spero che vi piaccia e che magari possa aiutare qualcuno ad incontrare un così grande salvatore e liberatore, Gesù Cristo, il Figlio del Dio vivente. Buon ascolto.   




Occhi di re

                                        Do Do4 Do                                                                                              Do Do4 Do
Mi hai amato così,                                          Ma era stato un nemico,
                                    Sol                                                                                                 Sol
come sono, così!                                             un antico nemico,
                                Mim                                                                                        Mim
Mi hai amato di più,                                        un malvagio ti dico!
                                            Fa                                                                                            Fa
mi hai amato, Gesù!                                        Un antico nemico
                                     Do                              Sol                                                                         Do                              Sol
E lo voglio cantare… Tutta la vita                  Che mi aveva mentito… Tutta la vita
                                                  Fa                                 Do  Sol                                                 Fa                               Do Sol
Che mi hai amato così, proprio com’ero         Nascondendomi Te, proprio com’eri
                                                      Fa                                 Do                                                   Fa                                                 Do
Che mi hai amato di più, nel mio peccato!     Nascondendomi Te, e il tuo amore per me!

                    Mim                                                                                                   Mim
Tu mi avevi dato tutto                                   Quando poi ho lasciato tutto
                  Fa                                                                                                     Fa
Ma io non avevo niente                                  Tutto mi sembrava niente…
                      Do                                                    Sol                                          Do                                                          Sol
Perché niente più vedevo senza te                  perché niente mi mancava, avendo Te!
             Mim                                                                                                       Mim
L’universo era distrutto,                                  La bellezza è dappertutto,
              Fa                                                                                                               Fa
ogni cosa indifferente                                       il mio cuore trasparente
            Do                               Sol                                 Lam   Fa                   Do                    Sol                           Lam   Fa
e la gente bestemmiava: “Dio non c’è…”,      e la gente divertente, adesso che
            Do                             Sol                           Do                                        Do                          Sol                                      Do
giudicando senza ma… e senza se                me la guardo coi tuoi occhi… occhi di Re!


                                                                                                                                             Do  Do4  Do
                                                           Perché… mi hai amato così…

                                    Sol       Fa                      Do                           Sol
E lo voglio canta-a-re tutta la vita, tutta la vita! E lo voglio cantare… [Ad libitum]

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