Canzoni che siano piene della luce di Cristo,
che possano fare da guida nella via della vita,
contribuendo a costruire un uomo nuovo
in un mondo nuovo.



mercoledì 27 aprile 2016

Come un prodigio (3)


C’è una gustosa storiella che lo psicologo gesuita Tony de Mello amava raccontare nelle sue conferenze e che si ritrova anche nel suo libro "Il canto degli uccelli":

«Un uomo trovò un uovo d'aquila e lo mise nel nido di una chioccia. 
L'uovo si schiuse contemporaneamente a quelle della covata, e l'aquilotto crebbe insieme ai pulcini. Per tutta la vita l'aquila fece quel che facevano i polli del cortile, pensando di essere uno di loro. Frugava il terreno in cerca di vermi e insetti, chiocciava e schiamazzava, scuoteva le ali alzandosi da terra di qualche decimetro. Trascorsero gli anni, e l'aquila divenne molto vecchia. 
Un giorno vide sopra di sé, nel cielo sgombro di nubi, uno splendido uccello che planava, maestoso ed elegante, in mezzo alle forti correnti d'aria, muovendo appena le robuste ali dorate. 
La vecchia aquila alzò lo sguardo, stupita. "Chi è quello?" chiese. 
"E' l'aquila, il re degli uccelli", rispose il suo vicino. "Appartiene al cielo. Noi invece apparteniamo alla terra, perché siamo polli." 
E così l'aquila visse e morì come un pollo, perché pensava di essere tale».


Nel piano di Dio, noi siamo tutti “aquile reali”, ma siamo inconsapevoli delle vette alle quali potremmo innalzarci. Il lavoro di De Mello consisteva proprio nel far aprire gli occhi alle persone, perché capissero la realtà della propria grandezza, ciò che chiamava “risveglio” o "consapevolezza", che vedeva la luce che noi rappresentiamo per noi stessi e gli altri, che ci faceva capire che siamo migliori di quanto pensiamo.


La nostra paura più profonda 

La nostra paura più profonda non è di essere inadeguati.
La nostra paura più profonda è di essere potenti oltre ogni limite.
E’ la nostra luce, non la nostra ombra, a spaventarci di più.
Ci domandiamo: “Chi sono io per essere brillante, stupendo, pieno di talenti e favoloso?”
In realtà chi sei tu per non esserlo?
Siamo figli di Dio. Il nostro giocare in piccolo non serve al mondo.
Non c’è nulla di illuminato nello sminuire se stessi
cosicché gli altri non si sentano insicuri intorno a noi.
Siamo tutti nati per risplendere, come fanno i bambini.
Siamo nati per rendere manifesta la gloria di Dio che è dentro di noi!
Non solo in alcuni di noi: è in ognuno di noi.
E quando permettiamo alla nostra luce di risplendere,
inconsapevolmente diamo agli altri la possibilità di fare lo stesso.
Nel momento in cui ci liberiamo dalle nostre paure,

la nostra stessa presenza automaticamente libera gli altri.

Nelson Mandela


“Tu mi hai fatto come un prodigio” è una citazione tratta dal salmo 139: 
Ti lodo, perché mi hai fatto come un prodigio; stupende sono le tue opere” … 
Come spiega Chiara Amirante nel libro "Il prodigio che è in te", qualcuno si può sentire a suo agio nel dire questa frase, ma a qualcun altro, forse la maggior parte,  sembrerà di dire una bella eresia, una sciocchezza, perché pensa: “Altro che prodigio, guarda qua: ho fatto un disastro nella mia vita, non mi sento proprio tutto ‘sto prodigio!”. 
La verità è che entrambe le reazioni sono corrette, perché nel suo progetto Dio ci ha creati come un prodigio: l’artista è Lui, non siamo noi. E’ Lui che ci ha intessuti nel seno di nostra madre, creandoci a sua immagine e somiglianza. Lui ci ha fatti belli, splendenti, meravigliosi, in questo disegno stupendo che è la vita del cielo, la vita della comunione perfetta con il Padre, col Figlio e con lo Spirito Santo. 

Però è successo che noi nella nostra libertà ad un certo punto abbiamo detto: “No!” Forse Tu mi ami pure, ma io non accolgo il tuo amore; tu mi dici qual è la via, ma sono io che decido quale via voglio percorrere; tu mi dai i tuoi comandamenti, ma sono io che voglio stabilire ciò che è bene e ciò che è male”. In questo terribile atto di presunzione, succede il disastro: quel meraviglioso prodigio che Dio aveva creato, quella scintilla divina, quella immagine e somiglianza di Dio che c’è in noi, quella bellezza di figlio di Dio viene deturpata, sfigurata. Ogni no all’amore che noi diciamo sfigura il nostro spirito, sfigura la bellezza originaria che Colui che è bellezza ha impresso nel nostro cuore. 

Quindi non è che non ci sia il prodigio, siamo noi che con tante libere scelte ci diamo molto da fare per sfigurare questo capolavoro d’arte. E’ come se davanti a Michelangelo che dipinge la meravigliosa Cappella Sistina arrivassimo noi e iniziassimo a graffiare tutto, a fare sfregi su sfregi. Col nostro peccato facciamo la stessa cosa al prodigio che siamo: l’Artista fa un capolavoro eccezionale e noi lo sfregiamo, lo sfiguriamo. E’ come se tu dicessi a tuo figlio: “Non andare forte con la macchina, non passare con il rosso, non ti ubriacare, non ti drogare…” e lui non ascolta, fa un incidente e ti ritorna mezzo zoppo, poi ne fa un altro e si rompe il braccio ecc… Spiritualmente noi facciamo proprio così: non ascoltiamo la segnaletica che il Signore ci dà e ci deturpiamo, da prodigio a capolavori sfregiati, sfigurati, irriconoscibili.




Ma l’ascolto del Vangelo, della Buona Notizia, del Kerygma che Cristo è morto per te, per i tuoi peccati ed è risorto, oggi ha il potere di ritrasfigurarti in prodigo, in meraviglia di Dio, e ti fa una promessa, che la tua vita può tornare ad essere un capolavoro, perché “Chi crede in me, compirà le opere che io compio e ne farà di più grandi” (Gv 14,12), dice il Signore. 
Dice proprio a te! Non a san Francesco o a santa Teresa… A te Roberto, Patrizia, Paola, Gianluca: proprio tu, che io ho intessuto e creato, tu sei chiamato a fare qualcosa di straordinario, se davvero credi in me, compirai le mie stesse opere, anzi ne farai di più grandi! Bisogna custodire con tutto il cuore questa parola, questa nuova consapevolezza che siamo il prodigio del Signore, il capolavoro dell’Artista degli artisti.


La scienza ha dimostrato che di tutto il potenziale enorme che l’essere umano possiede, si arriva a sfruttare secondo alcuni studi il 10%, secondo altri l’1%. Questo avviene perché non lasciamo abbastanza spazio allo Spirito, perché deturpiamo l’immagine di Dio che è in noi, e siamo noi stessi a costruire le assurde gabbie in cui ci imprigioniamo. Siamo noi che principalmente con la nostra superbia, con la nostra pigrizia e con le nostre paure impediamo a Dio di operare in noi!

Come spiega papa Francesco, "il Concilio Vaticano II ci ha aiutato a capire meglio che tutti i cristiani, in quanto battezzati, hanno uguale dignità davanti al Signore e sono accomunati dalla stessa vocazione, che è quella alla santità" (cfr Lumen gentium, 39-42: “tutti nella Chiesa, sia che appartengano alla gerarchia, sia che siano retti da essa, sono chiamati alla santità, secondo le parole dell'Apostolo: « Sì, ciò che Dio vuole è la vostra santificazione » (1 Ts 4,3; cfr. Ef 1,4)… È dunque evidente per tutti, che tutti coloro che credono nel Cristo, di qualsiasi stato o rango, sono chiamati alla pienezza della vita cristiana e alla perfezione della carità e che tale santità promuove nella stessa società terrena un tenore di vita più umano. Per raggiungere questa perfezione i fedeli usino le forze ricevute secondo la misura con cui Cristo volle donarle, affinché, seguendo l'esempio di lui e diventati conformi alla sua immagine, in tutto obbedienti alla volontà del Padre, con piena generosità si consacrino alla gloria di Dio e al servizio del prossimo” - LG 40).


Ma che cos’è la santità? In che cosa consiste questa vocazione universale ad essere santi?Innanzitutto dobbiamo avere ben presente che la santità non è qualcosa che ci procuriamo noi, che otteniamo noi con le nostre qualità e le nostre capacità. La santità è un dono, è il dono che ci fa il Signore Gesù, quando ci prende con sé e ci riveste di se stesso, ci rende come Lui. Nella Lettera agli Efesini, l'apostolo Paolo afferma che «Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei, per renderla santa» ( Ef 5,25-26). Ecco, la santità…  è riscoprirsi in comunione con Dio, nella pienezza della sua vita e del suo amore. Si capisce, allora, che non è una prerogativa soltanto di alcuni: la santità è un dono che viene offerto a tutti, nessuno escluso, per cui costituisce il carattere distintivo di ogni cristiano” (papa Francesco).




“Per essere santi, non bisogna per forza essere vescovi, preti o religiosi: no, tutti siamo chiamati a diventare santi! Tante volte, poi, siamo tentati di pensare che la santità sia riservata soltanto a coloro che hanno la possibilità di staccarsi dalle faccende ordinarie, per dedicarsi esclusivamente alla preghiera. Ma non è così! 
Qualcuno pensa che la santità è chiudere gli occhi e fare la faccia da immaginetta. No! Non è questo la santità! La santità è qualcosa di più grande, di più profondo che ci dà Dio. Anzi, è proprio vivendo con amore e offrendo la propria testimonianza cristiana nelle occupazioni di ogni giorno che siamo chiamati a diventare santi. E ciascuno nelle condizioni e nello stato di vita in cui si trova… Ma, padre, io lavoro in una fabbrica; io lavoro come ragioniere, sempre con i numeri, ma lì non si può essere santo… – Sì, si può! Lì dove tu lavori tu puoi diventare santo. Dio ti dà la grazia di diventare santo. Dio si comunica a te. Sempre in ogni posto si può diventare santo, cioè ci si può aprire a questa grazia che ci lavora dentro e ci porta alla santità… Ecco: ogni stato di vita porta alla santità, sempre! A casa tua, sulla strada, al lavoro, in Chiesa, in quel momento e nel tuo stato di vita è stata aperta la strada verso la santità. Non scoraggiatevi di andare su questa strada. E' proprio Dio che ci dà la grazia. Solo questo chiede il Signore: che noi siamo in comunione con Lui e al servizio dei fratelli” (papa Francesco).

Come spiegava già Benedetto XVI: San Paolo parla del grande disegno di Dio e afferma: “In lui – Cristo – (Dio) ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità” (Ef 1,4). E parla di noi tutti. Al centro del disegno divino c’è Cristo, nel quale Dio mostra il suo Volto: il Mistero nascosto nei secoli si è rivelato in pienezza nel Verbo fatto carne. E Paolo poi dice: “E’ piaciuto infatti a Dio che abiti in Lui tutta la pienezza” (Col 1,19). In Cristo il Dio vivente si è fatto vicino, visibile, ascoltabile, toccabile affinché ognuno possa attingere dalla sua pienezza di grazia e di verità (cfr Gv 1,14-16). Perciò, tutta l’esistenza cristiana conosce un’unica suprema legge, quella che san Paolo esprime in una formula che ricorre in tutti i suoi scritti: in Cristo Gesù. La santità, la pienezza della vita cristiana non consiste nel compiere imprese straordinarie, ma nell’unirsi a Cristo, nel vivere i suoi misteri, nel fare nostri i suoi atteggiamenti, i suoi pensieri, i suoi comportamenti. La misura della santità è data dalla statura che Cristo raggiunge in noi, da quanto, con la forza dello Spirito Santo, modelliamo tutta la nostra vita sulla sua. E’ l’essere conformi a Gesù, come afferma san Paolo: “Quelli che egli da sempre ha conosciuto, li ha predestinati a essere conformi all’immagine del Figlio suo” (Rm 8,29)… 

Ma rimane la questione: come possiamo percorrere la strada della santità, rispondere a questa chiamata? Posso farlo con le mie forze? La risposta è chiara: una vita santa non è frutto principalmente del nostro sforzo, delle nostre azioni, perché è Dio, il tre volte Santo (cfr Is 6,3), che ci rende santi, è l’azione dello Spirito Santo che ci anima dal di dentro, è la vita stessa di Cristo Risorto che ci è comunicata e che ci trasforma… La santità ha dunque la sua radice ultima nella grazia battesimale, nell’essere innestati nel Mistero pasquale di Cristo, con cui ci viene comunicato il suo Spirito, la sua vita di Risorto. San Paolo sottolinea in modo molto forte la trasformazione che opera nell’uomo la grazia battesimale e arriva a coniare una terminologia nuova, forgiata con la preposizione “con”: con-morti, con-sepolti, con-risucitati, con-vivificati con Cristo; il nostro destino è legato indissolubilmente al suo. “Per mezzo del battesimo - scrive - siamo stati sepolti insieme con lui nella morte affinché, come Cristo fu risuscitato dai morti… così anche noi possiamo camminare in una vita nuova” (Rm 6,4). Ma Dio rispetta sempre la nostra libertà e chiede che accettiamo questo dono e viviamo le esigenze che esso comporta, chiede che ci lasciamo trasformare dall’azione dello Spirito Santo, conformando la nostra volontà alla volontà di Dio.


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Come può avvenire che il nostro modo di pensare e le nostre azioni diventino il pensare e l’agire con Cristo e di Cristo? Qual è l’anima della santità? Di nuovo il Concilio Vaticano II ci dice che la santità cristiana non è altro che la carità pienamente vissuta. «Dio è amore; chi rimane nell'amore rimane in Dio e Dio rimane in lui» (1Gv 4,16). Ora, Dio ha largamente diffuso il suo amore nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo, che ci fu dato (cfr Rm 5,5); perciò il dono primo e più necessario è la carità, con la quale amiamo Dio sopra ogni cosa e il prossimo per amore di Lui. Ma perché la carità, come un buon seme, cresca nell’anima e vi fruttifichi, ogni fedele deve ascoltare volentieri la parola di Dio e, con l'aiuto della grazia, compiere con le opere la sua volontà, partecipare frequentemente ai sacramenti, soprattutto all'Eucaristia e alla santa liturgia; applicarsi costantemente alla preghiera, all'abnegazione di se stesso, al servizio attivo dei fratelli e all'esercizio di ogni virtù. La carità infatti, vincolo della perfezione e compimento della legge (cfr Col 3,14; Rm 13,10), dirige tutti i mezzi di santificazione, dà loro forma e li conduce al loro fine… Vorrei invitare tutti ad aprirsi all’azione dello Spirito Santo, che trasforma la nostra vita, per essere anche noi come tessere del grande mosaico di santità che Dio va creando nella storia, perché il volto di Cristo splenda nella pienezza del suo fulgore. Non abbiamo paura di tendere verso l’alto, verso le altezze di Dio; non abbiamo paura che Dio ci chieda troppo, ma lasciamoci guidare in ogni azione quotidiana dalla sua Parola, anche se ci sentiamo poveri, inadeguati, peccatori: sarà Lui a trasformarci secondo il suo amore.

Sentiamo cosa ha da dirci in proposito il grande Fabio Rosini: Noi crediamo che il problema della santità sia il problema di persone eccezionali, e si sente dire da alcuni cristiani delle frasi come: ma io mica so ‘n santo ao’… che t’aspetti? Come non sei santo? Come sarebbe a dire? E allora come fai a campa’? Come fai a vivere bene? Come farai a fare qualcosa di bello se non credi nella santità? Come farai a sposarti? Quando due ragazzi si sposano, quando fanno un progetto così grande come sposarsi, cosa stanno desiderando? Una cosetta così mediocre, a tirar via… Mettiamo insieme il pranzo co la cena e annamo avanti… O pensano di fare una cosa grande, bella, di amarsi veramente? Quando tu pensi alla tua vita davanti a te, che pensi? L’importante qui è sopravvivere… arrivare alla morte in buona salute… E’ questo che dobbiamo fare? O voglio fare qualcosa di bello, di grande, qualcosa che valga la pena d’esser fatto, che lasci una traccia, un segno nella storia? E poi piano piano iniziamo ad abbassare la nostra pretesa buona, iniziamo a vivere di mediocrità, ad ammosciare quello spunto importantissimo che c’è in ognuno di noi… 




Bisogna credere che Dio vuol fare qualcosa con te, che non è vero assolutamente che ci sta qualcuno che è nel piano di Dio, come papa Roncalli, e invece tu no! Una domanda te la devi fare: secondo te, Dio ama di più Giovanni Paolo II o te? Pensaci…  Uguale! Ti ama esattamente quanto ha amato Giovanni Paolo II. E allora per te è spalancata la porta della grazia come per lui. Per te è aperta la possibilità di incontrare Dio, di essere una sola cosa con Lui, come per Giovanni XXIII, pensaci… 
Quando andremo al cielo vedremo un mare di grazie sprecate, vedremo tante cose bellissime e chiederemo: ma queste perché non le ho vissute? E Dio ci risponderà: eh, ma veramente io te le ho offerte, ma tu non ci hai creduto… Non hai creduto che fossero proprio per te.

Una delle cose più stupide che possiamo pensare è che la storia di Giovanni Paolo II è importante e la mia no. Ma quando mai? Dio non ama tutti, Dio ama ognuno! E’ un po’ diverso… E a te ti ama in una maniera unica, personale. La sfida della tua vita è voler varcare quella soglia, voler entrare in questa grandezza che si vede in questi due uomini, che hanno consolato tanti e che hanno fatto cose grandi, che restano nella storia. Vedete? Loro credevano nell’uomo. Non nel senso di un credere così, acriticamente… No, l’uomo ha i suoi problemi e le sue debolezze, ma in fondo l’ultima parola è di Dio. L’ultima parola nel cuore di ogni uomo, fosse pure il più lontano, che nega l’amore di Dio in tutte le forme, l’ultima parola però nel suo cuore ce l’ha un altro, ce l’ha uno che gli vuole bene. Devi credere a quell’ultima parola. La mia e la tua sfida è pensare bene di quello che ci sta succedendo. In fondo la radice della santità è credere nella santità di Dio. E’ credere che Lui è buono e ti vuole veramente bene. 

Ma io vedo una cosa: oggi una tentazione che hanno tantissimi ragazzi, e pure noi vecchietti, è quella di una mesta concezione di noi stessi. C’è una tristezza che resta lì, latente, in fondo si pensa che sia sbagliato credere in qualcosa di luminoso, di importante, di bello, di prezioso. Ogni persona che vuole fare qualcosa di prezioso nella vita, deve rompere con una tristezza, disobbedire a una tentazione di nulla che ha dentro di sé: quanti ragazzi state messi così? Sgonfi… Pensate male di voi stessi. Quanto vi sbagliate! Il Signore nostro Gesù Cristo è morto ed è risorto per noi! Perché l’ha fatto? Così… perché era ‘na cosa bella, o perché NE VALEVA LA PENA? Perché ti ama Dio? Perché ti ama Dio? Perché ne vale la pena di amare te! Vale la pena di amare te! TU SEI IMPORTANTE! Tu sei prezioso! 

Giovanni XXIII credeva che si poteva parlare con tutti, perché in tutti c’è il bene. Giovanni Paolo II ha lanciato iniziative perché ogni uomo può essere santo. Io ero a Santiago de Compostela, quando disse per la prima volta quella frase: NON ABBIATE PAURA DI ESSERE SANTI! Perché ne ho paura, perché ne hai paura. Perché abbiamo paura di andare fino in fondo. E vai fino in fondo! Che ci hai da perdere? Abbiamo paura di credere alla bellezza che noi siamo, ma Cristo ci crede! CRISTO CI CREDE CHE TU SEI IMPORTANTE! Dà la vita per te! Muore per amore tuo, per te risorge! Ma ti tratti come una cosa da quattro soldi, mentre invece sei importantissimo! Vali il sangue di Cristo! Quanto valgo io? Al cambio quanto valgo? Quanto vali tu? 




Il più triste che sta qui questa sera, il più sgonfio, il più scoraggiato che sta qua dentro, sappia che non sta credendo alla verità. Se la tristezza abita nel tuo cuore, non è la verità quella lì! La verità è Cristo! E la verità è che Cristo ha pensato che tu sei uno che vale la pena che la seconda persona della santissima Trinità fosse torturato, flagellato, crocifisso, morisse per amore tuo! Lui ritiene che si può fare. Lui ritiene che tu vali la pena! Ricordo che Giovanni Paolo II nel 1985 a Roma disse: “Sì, vale la pena di essere uomo, perché tu, o Cristo, hai scelto di essere uomo”. Io in quel momento sentii: ma allora non è così brutto essere Fabio… E’ come se tu ti vedi un pochino bruttina, un po’ così, un tipo… e poi scopri che un’attrice bellissima si sta facendo la plastica per somigliare a te… Ma allora così scorfana non sono! Se la seconda persona della Santissima Trinità ha voluto somigliarmi, allora vuol dire che io non sono proprio così male...

Credere all’amore di Dio. Guarda che Dio non ti ama solo perché è amore. Ti ama anche perché t’ha creato Lui e sa che sei bello, sa che sei bella. Sa che senza di te non si può fare. Sai perché ti ha creato Dio? Perché senza di te non si può fare. Ci sono persone che solo tu puoi amare. Ci sono cose che solo tu potrai fare, parole che solo tu potrai dire, sentimenti che solo tu potrai provare. In nome di Cristo, sii te stesso! Davanti a Dio, nel suo amore. In nome di Cristo, credi che, tanto quanto Dio ha amato e operato in Giovanni Paolo II o in Giovanni XXIII, così Dio vuole operare in te. Speriamo ci sia qualche coraggioso qua dentro… qualcuno che apre il cuore.
(22 aprile 2014, catechesi in preparazione della canonizzazione di Giovanni XXIII JP2)

Coraggio! Allora che fare? Bisogna chiedere lo Spirito Santo, cercare l'incontro con Cristo, ovunque si trovi, conoscerlo, ascoltarlo, frequentarlo il più possibile, perché ci trasformi in un capolavoro di carità perfetta, a sua immagine. Tutto passa nella vita, tutto in fondo è vanità, mentre solo la carità, solo l'Amore di Dio resta, perché come spiega Marko I. Rupnik, è l'unità di tutto, perfino degli opposti. La santa carità rimane perché è talmente divina da riuscire ad includere anche l'opposizione, il rifiuto, la ribellione e persino la negazione. La carità si lascia negare, calpestare, umiliare, distruggere - come ha fatto Cristo, manifestazione dell'amore del Padre - ma sempre risuscita, rimane lì, umile, mite, senza interessi per sé, senza voglia o bisogno di affermarsi, senza desiderio di un proprio spazio, di proprie forme di esistenza... 

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La carità è la vita eterna! nulla di creaturale la può distruggere. Essa mantiene, anche negli anfratti più bui della storia, un'apertura incessante  verso gli abissi dell'amore personale del Dio trino. Bisogna chiederla al Padre come il più grande tesoro, ed è lo Spirito Santo che ce la comunica, Colui che versa nei nostri cuori l'amore di Dio Padre e del Figlio. Lo Spirito Santo può forgiare in noi l'immagine del Figlio obbediente, che ci invita: "Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita" (Mt 11, 28-29); "Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri" (Gv 13,34); "Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi" (Gv 13,15).




Come un prodigio (3)

                                                                              
  La  Fa#m                                                                                                                        La  Fa#m                              
Santo! Mi hai pensato                                                  Santo! Mi hai pensato…
  Sim Mi                        
santo! Mi hai voluto
Do#m Fa#m                 Re                 Mi
santo in Gesù Cristo tuo Figlio!

  La    Fa#m                        
Santo! Mi hai creato
 Sim  MI                              
santo! Mi hai chiamato
Do#m Fa#m                 Re                Mi             Sol
santo in Gesù Cristo, come sei Tu!

Sol                                                      La                                                                         Sol                                                       La
E’ difficile conoscersi davvero                                      E’ difficile correggersi sul serio
Sol                                                             Mi4                       Mi                                     Sol                                                            Mi4                        Mi
e capire tutto il bene che si può dare con Te                 e capire tutto il bene che si può fare con Te
Mi2 Mi                                                                                                                              Mi2 Mi   
…perché…                                                                  …perché…


  La               Fa#m     Sim                  Mi                                                                         La                Fa#m    Sim                      Mi
Tu mi hai fatto come un prodigio,                                 Tu mi hai fatto come un prodigio…
Do#m  Fa#m  Re                Mi
un miracolo del tuo amore,
La               Re         Mi                  Fa#m
a tua immagine e somiglianza
Sim7              Re                  Mi  Mi4  Mi
in Gesù Cristo tuo Figlio


La                                                         Re                                                                       La                                                       Re
Non è vero che non valgo niente,                                 Non è vero che non sono bello,
La                                                          Re                                                                      La                                                              Re
che se non ci sono è indifferente,                                 Non è vero che non ho un fratello,
Fa#m                      Mi                                    Re2  Re                                                  Fa#m                       Mi                                    Re2  Re
non è vero che per caso sono qui…                             non è vero che per caso sono qui…

La                                                              Re                                                                  La                                                           Re
Non è vero che è tutto uno sbaglio,                              Non è vero che non c’è giustizia,
La                                                         Re                                                                       La                                                              Re
che comunque fallirò il bersaglio,                                 vedi? il male insegue ogni malizia,
Fa#m                       Mi                                       Re2 Re                                               Fa#m                       Mi                                       Re2 Re
non è vero che per caso siamo qui!                              non è vero che per caso siamo qui!


Fa#m                                        Mi                     Re2  Re                                               Fa#m                                         Mi                    Re2  Re
Solo che ho bisogno di conoscerTi,                              Solo che ho bisogno di conoscermi,
Do#m7                                                                    Sim7                                              Dom7                                                                 Sim7
perché Tu mi hai fatto per conoscerTi,                         perché Tu mi hai fatto per amarTi,
Do#m7                                                          Sim7                                                        Do#m7                                                         Sim7
mi hai pensato santo dall’eternità,                                mi hai voluto santo dall’eternità,
Do#m7                                                           Sim7                                                       Do#m7                                                            Sim7
per collaborare con la tua creazione                             per cantare tutti insieme la tua gloria
Mi                                    Re                                 Do#m     Mi                                       Mi                                 Re                                    Do#m    Mi
e mi hai scelto fin dal seno di mia madre                      e mi hai scelto fin dal seno di mia madre
La                                                                                                                                     La
per edificare un mondo nuovo,                                     per edificare un mondo nuovo,
Sim                                                                                                                                  Sim
una civiltà del “bell’amore”,                                          una civiltà del “bell’amore”,
Do#m                                                                                                                              Do#m
una casa dove stare insieme,                                       una casa dove stare insieme,
Re                                                           Sim                                                                  Re                                                            Sim
una Chiesa per il mio Signore,                                     una Chiesa per il mio Signore,
Mi                                           (Mi7)                 La Re Sim Mi              La Re…           Mi                                           (Mi7)                La Re Sim Mi       LaReSimMi

dove sempre la tua Pace regnerà…         regnerà!        dove sempre la tua Pace regnerà…   regnerà!

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